Islanda,
l'Ultima Tule.
Ai versi 52 e 53 di
Purgatorio XXXIII è possibile individuare un gioco di parole la cui
soluzione è data due versi dopo: TULE,
la mitica terra del nord. TU-LE è al verso 55 : alla distanza di 55° in longitudine dal
meridiano di riferimento del tempo, quello di Gerusalemme, si trova
l'Islanda. Non può trattarsi di casualità, la
combinazione delle 2 sillabe TU-LE compare solo due volte nei 14.233 versi
della Commedia.
Procediamo quindi alla lettura dei versi 62-64
ricercando nel significato letterale delle parole altri possibili
riferimenti geografici.
L'espressione "essere eccelsa lei
tanto" si riferisce alla massima latitudine dell'Islanda.
In quel punto, in corrispondenza delle due
penisole che si protendono nel mare una a est e l'altra a ovest, l’isola
è lambita dal Circolo Polare Artico, il parallelo posto a 66° 33' N,
Al verso 66 di Purgatorio XXXIII, con
il numero del verso e il numero del canto viene indicato il Circolo Polare
Artico. L'Islanda è sì travolta ne la cima, tagliata a
nord alla latitudine di 66°
33' N, così
come indicato dai riferimenti numerici del verso.
Purgatorio
XXXIII:
Tu nota; e sì come da me son
porte, Prendi
nota delle due lettere TU
così queste paro-le segna a' vivi e parimenti a quanto fatto prima segna anche le lettere LE
54 del viver ch'è un correre a la morte.
così queste paro-le segna a' vivi e parimenti a quanto fatto prima segna anche le lettere LE
54 del viver ch'è un correre a la morte.
E aggi a
mente, quando tu
le
scrivi, scrivi TULE
di non celar qual hai vista la pianta posizione dell'isola
57 ch'è or due volte dirubata quivi. che per la seconda volta è rivelata in modo nascosto QUI
Qualunque ruba quella o quella schianta,
con bestemmia di fatto offende a Dio,
60 che solo a l'uso suo la creò santa.
Per morder quella, in pena e in disio
cinquemila anni e più l'anima prima
63 bramò colui che 'l morso in sé punio.
Dorme lo 'ngegno tuo, se non estima Dorme il tuo ingegno se non individua anche
per singular cagione essere eccelsa per la sola latitudine tanto elevata
66 lei tanto e sì travolta ne la cima. TULE così tagliata a nord dal Circolo Artico, 66° 33' N.
(v.66 di canto XXXIII)di non celar qual hai vista la pianta posizione dell'isola
57 ch'è or due volte dirubata quivi. che per la seconda volta è rivelata in modo nascosto QUI
Qualunque ruba quella o quella schianta,
con bestemmia di fatto offende a Dio,
60 che solo a l'uso suo la creò santa.
Per morder quella, in pena e in disio
cinquemila anni e più l'anima prima
63 bramò colui che 'l morso in sé punio.
Dorme lo 'ngegno tuo, se non estima Dorme il tuo ingegno se non individua anche
per singular cagione essere eccelsa per la sola latitudine tanto elevata
66 lei tanto e sì travolta ne la cima. TULE così tagliata a nord dal Circolo Artico, 66° 33' N.
Le coordinate dell’isola.
- TU LE compare al
verso 55 di Purgatorio XXXIII: a
55° ovest da Gerusalemme si trova l'Islanda;
- TU LE compare anche
e solamente in un altro punto della Commedia, al verso 63 di Inferno
XXXIII (queste misere carni, e tu
le spoglia): il
numero del verso questa volta dovrà necessariamente indicare un
dato di latitudine per poter essere abbinato al dato di longitudine rilevato
con l’altra occorrenza del termine TULE.
- I due
punti della Commedia in cui compare la combinazione TU LE, individuano
la posizione dell'isola a 55° di longitudine
da Gerusalemme e poco più a nord dei 63° di latitudine[1].
La sintesi di quanto
codificato nei versi in cui compare il riferimento a TULE[2]
è quindi la seguente:
TULE ( 63° N, 55° W
).
Dante in
Islanda, un viaggio realmente compiuto.
Purgatorio XXX:
«Dante, perché Virgilio se ne vada,
non pianger anco, non piangere ancora;
57 ché pianger ti conven per altra spada».
non pianger anco, non piangere ancora;
57 ché pianger ti conven per altra spada».
Quasi ammiraglio che in poppa e in prora
viene a veder la gente che ministra
60 per li altri legni, e a ben far l'incora;
viene a veder la gente che ministra
60 per li altri legni, e a ben far l'incora;
in su la sponda del carro sinistra,
quando mi volsi al suon del nome mio,
63 che di necessità qui si registra,
quando mi volsi al suon del nome mio,
63 che di necessità qui si registra,
vidi la donna che pria m'appario
velata sotto l'angelica festa,
66 drizzar li occhi ver' me di qua dal rio.
velata sotto l'angelica festa,
66 drizzar li occhi ver' me di qua dal rio.
Come abbiamo visto
la combinazione di sillabe TU LE è presente
in soli due punti della Commedia, al verso 55 di
Purgatorio XXXIII e al verso 63 di
Inferno XXXIII. I numeri dei versi in cui la parola compare corrispondono
alle coordinate geografiche che permettono di individuare l'isola in modo
univoco:
TULE ( 63° N, 55° W
).
Anche per il nome Dante si
ripropone con modalità del tutto analoghe quanto visto per la parola TULE.
Nella Commedia il nome Dante
compare solo al verso 55 di Purgatorio XXX e viene
richiamato in modo indiretto ma preciso solo in un altro punto pochi
versi più avanti.
Al verso 63 di quello stesso canto
Dante afferma che è assolutamente necessario registrare il suo nome proprio lì in
quel verso (che di necessità QUI si registra). Il
senso dell’espressione usata è chiaro: il nome Dante va immaginato scritto a
chiare lettere anche al verso 63. Chiaro
è anche il motivo: al dato di longitudine fornito pochi versi prima con
l’occorrenza del nome Dante va necessariamente affiancato il dato di latitudine
per poter indicare anche in questo caso la ormai nota posizione geografica di
TULE.
DANTE ( 63° N, 55° W
).
La stessa
combinazione di numeri[3]
questa volta abbinata al nome Dante non può
avere che un'unica possibile lettura: Il poeta sta confermando il fatto di
essere stato effettivamente a quella latitudine ed a quella longitudine, in
Islanda[4].
Giancarlo Gianazza
[1] La parola Tule è all’interno del verso e indica quindi un
valore di compreso tra i 63 ed i 64 gradi: accanto e prima del verso può comparire
solo il numero intero. La costa sud islandese si sviluppa in modo irregolare
tra i 63° 23’ N ed i 64° N.
[2] Pg XXVIII, 139-144: corrispondenza mitologica del
purgatoriale Giardino dell’Eden, trasfigurazione allegorica dell’Islanda, con
la mitica Tule (G. Gianazza, G.F. Freguglia, I custodi del messaggio, Sperling
& Kupfer, 2006, pagg. 50-51).
[3] La probabilità dell’occorrenza ai versi 55 e 63 in uno dei
cento canti della Commedia è inferiore a 1 %. La
probabilità che avvenga proprio in uno dei sei canti in cui è descritto il
giardino dell’Eden è inferiore a 0,1 %.
[4] Pg XXVIII, 97-99; Pg
XXXIII, 97-102: descrizione dei fenomeni di natura geologica tipici dell’isola
(op. cit., pagg. 47-50). In questi passi Dante sembra addirittura descrivere i
geyser.