domenica 28 ottobre 2012


Islanda, l'Ultima Tule. 
 

"Tibi serviat ultima Thyle" ( Virgilio, Georgiche, libro I, 30).  

Con questo verso Virgilio, invocando l'ultima Tule, voleva augurare a Ottaviano di espandere il suo impero sino alle favolose terre del più remoto settentrione.

L'individuazione geografica di questa isola nordica non ha mai trovato sino ad ora una risposta sicura ed univoca. Grazie alla decodifica di alcuni versi della Commedia secondo un codice basato sulla cartografia è ora possibile individuare nell'Islanda l'ultima Tule.  

Ai versi 52 e 53 di Purgatorio XXXIII è possibile individuare un gioco di parole la cui soluzione è data due versi dopo: TULE, la mitica terra del nord. TU-LE è al verso 55 : alla distanza di 55° in longitudine dal meridiano di riferimento del tempo, quello di Gerusalemme, si trova l'Islanda. Non può trattarsi di casualità, la combinazione delle 2 sillabe TU-LE compare solo due volte nei 14.233 versi della Commedia. 

Procediamo quindi alla lettura dei versi 62-64 ricercando nel significato letterale delle parole altri possibili riferimenti geografici.

L'espressione "essere eccelsa lei tanto" si riferisce alla massima latitudine dell'Islanda.

In quel punto, in corrispondenza delle due penisole che si protendono nel mare una a est e l'altra a ovest, l’isola è lambita dal Circolo Polare Artico, il parallelo posto a 66° 33' N,  

Al verso 66 di Purgatorio XXXIII, con il numero del verso e il numero del canto viene indicato il Circolo Polare Artico. L'Islanda è travolta ne la cima, tagliata a nord alla latitudine di 66° 33' N, così come indicato dai riferimenti numerici del verso.  

 
Purgatorio XXXIII:
 

Tu nota; e sì come da me son porte,      Prendi nota delle due lettere TU 
      così queste paro-le segna a' vivi                  e parimenti a quanto fatto prima segna anche le lettere LE
54  del viver ch'è un correre a la morte.                                                        

            E aggi a mente, quando tu le scrivi,       scrivi TULE
       di non celar qual hai vista la pianta               posizione dell'isola
57   ch'è or due volte dirubata quivi.                    che per la seconda volta è rivelata in modo nascosto QUI
                                                                                                                                                  
            Qualunque ruba quella o quella schianta,
       con bestemmia di fatto offende a Dio,
60   che solo a l'uso suo la creò santa.

              Per morder quella, in pena e in disio
       cinquemila anni e più l'anima prima
63   bramò colui che 'l morso in sé punio.

            Dorme lo 'ngegno tuo, se non estima        Dorme il tuo ingegno se non individua anche
       per singular cagione essere eccelsa             per la sola latitudine tanto elevata
66   lei tanto e travolta ne la cima.                   TULE così tagliata a nord dal Circolo Artico, 66° 33' N.
(v.66 di canto XXXIII)
 


Le coordinate dell’isola. 

  • TU LE compare al verso 55 di Purgatorio XXXIII: a 55° ovest da Gerusalemme si trova l'Islanda;
  • TU LE compare anche e solamente in un altro punto della Commedia, al verso 63 di Inferno XXXIII (queste misere carni, e tu le spoglia): il numero del verso questa volta dovrà necessariamente indicare un dato di latitudine per poter essere abbinato al dato di longitudine rilevato con l’altra occorrenza del termine TULE.
  • I due punti della Commedia in cui compare la combinazione TU LE, individuano la posizione dell'isola a 55° di longitudine da Gerusalemme e poco più a nord dei 63° di latitudine[1] 

La sintesi di quanto codificato nei versi in cui compare il riferimento a TULE[2] è quindi la seguente:  
 

TULE ( 63° N, 55° W ). 

 

Dante in Islanda, un viaggio realmente compiuto.  
 

Purgatorio XXX:
 

«Dante, perché Virgilio se ne vada,
        non pianger anco, non piangere ancora;
57    ché pianger ti conven per altra spada».

Quasi ammiraglio che in poppa e in prora
        viene a veder la gente che ministra
60    per li altri legni, e a ben far l'incora;

in su la sponda del carro sinistra,
        quando mi volsi al suon del nome mio,
63    che di necessità
qui si registra,

vidi la donna che pria m'appario
        velata sotto l'angelica festa,
66    drizzar li occhi ver' me di qua dal rio.
 

Come abbiamo visto la combinazione di sillabe TU LE è presente in soli due punti della Commedia, al verso 55 di Purgatorio XXXIII e al verso 63 di Inferno XXXIII. I numeri dei versi in cui la parola compare corrispondono alle coordinate geografiche che permettono di individuare l'isola in modo univoco: 
 

TULE ( 63° N, 55° W ). 
 

Anche per il nome Dante si ripropone con modalità del tutto analoghe quanto visto per la parola TULE 

Nella Commedia il nome Dante compare solo al verso 55 di Purgatorio XXX e viene richiamato in modo indiretto ma preciso solo in un altro punto pochi versi più avanti.

Al verso 63 di quello stesso canto Dante afferma che è assolutamente necessario registrare il suo nome proprio lì in quel verso (che di necessità QUI si registra). Il senso dell’espressione usata è chiaro: il nome Dante va immaginato scritto a chiare lettere anche al verso 63. Chiaro è anche il motivo: al dato di longitudine fornito pochi versi prima con l’occorrenza del nome Dante va necessariamente affiancato il dato di latitudine per poter indicare anche in questo caso la ormai nota posizione geografica di TULE. 
 

DANTE ( 63° N, 55° W ). 
 

La stessa combinazione di numeri[3] questa volta abbinata al nome Dante non può avere che un'unica possibile lettura: Il poeta sta confermando il fatto di essere stato effettivamente a quella latitudine ed a quella longitudine, in Islanda[4].   

Giancarlo Gianazza




  
 

[1] La parola Tule è all’interno del verso e indica quindi un valore di compreso tra i 63 ed i 64 gradi: accanto e prima del verso può comparire solo il numero intero. La costa sud islandese si sviluppa in modo irregolare tra i 63° 23’ N ed i 64° N.
 
[2] Pg XXVIII, 139-144: corrispondenza mitologica del purgatoriale Giardino dell’Eden, trasfigurazione allegorica dell’Islanda, con la mitica Tule (G. Gianazza, G.F. Freguglia, I custodi del messaggio, Sperling & Kupfer, 2006, pagg. 50-51).
 
[3] La probabilità dell’occorrenza ai versi 55 e 63 in uno dei cento canti della Commedia è inferiore a 1 %.  La probabilità che avvenga proprio in uno dei sei canti in cui è descritto il giardino dell’Eden è inferiore a 0,1 %.
 
[4] Pg XXVIII, 97-99; Pg XXXIII, 97-102: descrizione dei fenomeni di natura geologica tipici dell’isola (op. cit., pagg. 47-50). In questi passi Dante sembra addirittura descrivere i geyser.